lunedì 29 ottobre 2007

Donne che non si vedono belle



La maggior parte di noi ormai è ossessionato dai problemi concerneti il peso.. Chi non si è mai pesato pensando che era troppo grasso? Che magari quel kg in meno l'avrebbe reso più felice??


I problemi legati all'alimentazione sono molteplici e di varia natura.
L' obesità è un fattore rischio per la salute, tipica, anche se non esclusiva, delle società dette "del benessere". Si definisce obeso un individuo la cui massa di tessuto adiposo sia eccessiva e sia in grado di essere causa o aggravante di malattie. Tra queste sono le disfunzioni cardiocircolatorie, il diabete, problemi alle articolazioni e la sindrome da apnea notturna.
Dieta ipocalorica e movimento fisico possono aiutare nei casi meno gravi, ma per quelli più problematici si interviene anche con terapie farmacologiche o chirurgiche.
L'obesità è legata:
a condizioni genetiche,
a disfunzionamenti ormonali e
alla psiche del paziente,
dove spesso risiede la causa di questi disordini alimentari. È quindi basilare un supporto psicologico o psichiatrico per curare questo fattore rischio, in eccesso invalidante.
Quanto sarebbe bello non essere ossiesionati dal peso ed imparare ad accettarsi...

giovedì 25 ottobre 2007

DSM IV

DSM-IV
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Il DSM-IV, è la quarta versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders in inglese) pubblicato dall'American Psychiatric Association (APA), nel 1994.
Consiste in una classificazione nosografica ateorica assiale dei disturbi mentali. I disturbi mentali vengono definiti in base a quadri sintomatologici, e quest'ultimi sono raggruppati su basi statistiche.
La prima versione risale al 1952 (DSM-I); da allora ve ne sono state nel 1968 (DSM-II), nel 1980 (DSM-III), nel 1987 (DSM-III-Revised), nel 1994 (DSM-IV) e nel 2000 (DSM-IV-Text Revision; quella attualmente in vigore). Sono state anche effettuate piccole modifiche nelle ristampe di alcune versioni intermedie; particolarmente significativa la settima ristampa del DSM-II, che nel 1972 espunse l'omosessualità dalla classificazione psicopatologica. Il DSM-V è in fase di pianificazione, e dovrebbe essere pubblicato intorno al 2011.
Il manuale, secondo gli intendimenti degli autori e dell'APA, dovrebbe essere:
nosografico: i quadri sintomatologici sono descritti a prescindere dal vissuto del singolo, e sono valutati in base a casistiche frequenziali.
ateorico: non si basa su nessun tipo di approccio teorico, né comportamentista, né cognitivista, né psicoanalitico, né gestaltico, etc.
assiale: raggruppa i disturbi su 5 assi, al fine di semplificare e indicare una diagnosi standardizzata.
su basi statistiche: si rivolge ad esse in quanto il sintomo acquista valore come dato frequenziale; i concetti statistici di media, frequenza, moda, mediana, varianza, correlazione, ecc. giungono ad essere essi stessi il "solco" mediante il quale si valuta la presenza o meno di un disturbo mentale.
Il "Sistema Multi-Assiale" su cui si basa è organizzato nella seguente maniera:
Asse I: Disturbi clinici, compresi i disturbi dello sviluppo (infanzia ed adolescenza) e dell'apprendimento
Asse II: Disturbi di personalità e ritardo mentale
Asse III: Condizioni mediche che possono influire sugli aspetti psicologici e psicopatologici
Asse IV: Fattori psicosociali ed ambientali che possono influire sugli aspetti psicologici e psicopatologici
Asse V: Scala GAF, di valutazione del "funzionamento globale" (con una quantificazione da 1 a 100).
Nella pratica clinica, la focalizzazione maggiore è solitamente sull'Asse I e II, mentre il III ed il IV vengono utilizzati solo in presenza di particolari condizioni, ed il V risulta raramente usato (per la sua genericità poco informativa).
Il manuale è utile come riferimento per lo specialista non tanto per determinare, tramite il metodo induttivo, da quale disturbo sia affetta la singola persona, ma per determinare, tramite il metodo deduttivo, se il comportamento di un paziente sia inseribile in un quadro sindromico statisticamente rilevante, prescindente dal substrato culturale dell'esaminatore.
Anche se il suo uso è ormai invalso nella pratica clinica (superando in diffusione anche la classificazione internazionale dell'ICD-10), vi sono molte discussioni sulla reale "ateoreticità oggettiva" nella definizione delle categorie sindromiche, e sulla rigidità (a volte disfunzionale) dei criteri inclusivi ed esclusivi delle stesse. Ciò nonostante, la standardizzazione che propone nella classificazione sindromica è ormai condivisa a livello internazionale.

giovedì 18 ottobre 2007

Come si fa a picchiare dei vecchietti ??

Aggredito, picchiato e rapinato nella sua abitazione


2007-10-17
ImageDue persone armate di pistola hanno aggredito picchiato e rapinato un pensionato, Vito D...., di 90 anni, mentre era nella sua abitazione a Vibo Valentia. L'uomo stamani ha ritirato la pensione dall'ufficio postale e l'ha depositata in una piccola cassaforte nella sua abitazione. D...., dopo pranzo, si è addormentato nella camera da letto dove è stato aggredito dai due rapinatori che lo hanno legato e imbavagliato. Successivamente i due sconosciuti si sono fatti consegnare le chiavi della cassaforte dalla quale hanno rubato il denaro ed alcuni oggetti in oro. La moglie del pensionato, Maria Rosa S...., di 91 anni, era nell'abitazione ma non si è accorta di quanto stava accadendo perché si trovava in una stanza diversa dalla camera da letto. Successivamente la donna è entrata casualmente nella camera ed ha scoperto il marito legato a pochi metri dal letto. L'episodio è stato denunciato ai carabinieri che hanno avviato le indagini. (notizia riportata da un sito regionale)


Nella notizia c'è qualche imperfezione... i rapinatori erano 3 ed hanno picchiato sia lui che lei.... Io non ho parole, come si fa a picchiare due persone anziane che non farebbero del male a nessuno??? I soldi glieli avrebbero dati ugualmente, invece già prima di chiedere li avevano picchiati

sabato 13 ottobre 2007

Forza Alessandra, combatti e vinci

(stampa.it)
-Quattro militari hanno perso la vita
nella tarda serata di ieri. Tra le
possibili cause, l'eccessiva velocità
PERSANO
Quattro militari sono morti nella tarda serata di ieri in un incidente stradale nel comune di Altavilla Silentina, nel Salernitano. I quattro, tutti caporali, tre ragazzi e una ragazza, erano di stanza presso il X Reggimento Manovra della caserma di Persano, ad Eboli.

Poco dopo le 23.30 di ieri, Giuseppe Di Maggio, di 29 anni, Alessandro Chinizzi, di 22 e Loris Verdoscia, di 25 anni, tutti originari della provincia di Lecce, e Daniela Aiello, venticinquenne di Enna, avevano lasciato la caserma per recarsi a Matinella, piccolo centro della Piana del Sele. Durante il tragitto l’auto, una Audi A3 guidata da Loris Verdoscia, ha sbandato in una curva finendo in un canale di irrigazione.

I quattro militari sono morti sul colpo. Per estrarre i corpi dall’auto, immersa nell’acqua, si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Eboli. E' rimasta gravemente ferita anche una quinta persona, il caporale Alessandra Falzone, originaria di Caltanissetta, di 24 anni, attulmente in prognosi riservata presso l’ospedale civile di Eboli.

Sulla dinamica dell’incidente indagano i carabinieri della Compagnia di Eboli, diretta dal maggiore Nobile Risi. Tra le possibili cause dell’incidente, non si esclude l’alta velocità-.

Il mio più profondo cordoglio alle famiglie e agli amici che hanno perso uno dei loro cari. Io non conoscevo questi ragazzi ma ho sentito tanto parlare di Alessandra (tanto da pensare quasi di conoscerla). Spero con tutto il cuore che riesca a farcela... Forza Ale, combatti!!

Il mito di Edipo in psicoanalisi

Molti sanno cos'è la fase edipica ma sanno la vera storia di Edipo??? Sinceramente tante cose non le sapevo neanche io.



Il mito di Edipo, pur in versioni e forme diverse, è un mito comune ai popoli del mondo e per tale universalità ha acquisito un'importanza capitale presso gli studiosi che si occupano di scienze umane. Cerchiamo di seguirne lo svolgimento.

Il re Laio, esule alla corte di re Pelope a Pisa, si innamorò del figlio del re, Crisippo, e lo rapì: per questo gesto tutta la sua stirpe fu maledetta

La prima osservazione che è possibile fare è che Edipo sconta un avvenimento che non compete la sua storia, ma quella della sua famiglia..

Tornato a Tebe Laio sposò la figlia di Meneceo, Giocasta, ma poco dopo le nozze un oracolo lo avvertì che un figlio nato da Giocasta lo avrebbe ucciso

(L'azione dell'oracolo è propriamente quella di una voce misteriosa, (etimologicamente il vocabolo oracolo deriva dal latino orare) di origine divina che fornisce responsi su accadimenti sconosciuti: al giorno d'oggi verrebbe più prosaicamente definito un insight, cioè la capacità o l'atto di apprendere, spesso sotto forma di un improvviso flash di riconoscimento, la natura di una situazione inconscia.)

Quando Giocasta mise alla luce un figlio, Laio praticò due fori nei piedi dell'infante (forse per esporlo, appendendolo alle intemperie, o per farlo morire dissanguato o per evitare che dopo la sua morte il suo spirito potesse camminare) e lo consegnò ad un pastore tebano con l'incarico di abbandonarlo sul monte Citerone.

Edipo significa "piede gonfio". Al riguardo sono molte le osservazioni da fare. Innanzitutto il rilievo che il padre compie l'azione violenta di ledere una parte del corpo del figlio. Non è difficile ravvisare in questa azione la rappresentazione mascherata dell'atto della castrazione. E non bisognerebbe pensare di trovarsi semplicemente di fronte ad un vissuto psichico totalmente svincolato da reali accadimenti. Nel 1874 Darwin ipotizzò l'esistenza, in tempi antichissimi, di un tipo di organizzazione sociale, denominata "Orda primordiale", in cui gli esseri umani vivevano in piccoli gruppi sui quali dominava un uomo forte, violento e geloso che si appropriava di tutte le donne, con le quali giaceva, tenendole lontane dai propri figli e dagli altri giovani maschi, che sovente, quando minacciavano la sua dominanza, evirava. Lo stesso Freud ipotizzò che il ripetersi lungo il cammino evolutivo dell'essere umano di tali avvenimenti traumatici lasciasse nell'individuo una traccia mnesica in cui l'originario avvenimento, realmente consumato, fosse sostituito da rappresentazioni e fantasie inconsce (Psicologia delle masse e analisi dell'io 1921 - L'uomo Mosè e la religione monoteistica, 1934-38). Il particolare del piede (per altro presente in molti miti ed opere letterarie, si pensi solo al celeberrimo "tallone di Achille") tornerà ancora nel mito di Edipo. Non solo; il nome Edipo ("piede gonfio") esprime anche una certa caratteristica genealogico-familiare: Edipo è figlio di Laio, "il mancino", figlio minore di Labdaco, "lo zoppo" , discendente di Efisto ,"lo zoppo" (Veronique Caillat: "Mito ed inconscio", Bollettino dell'Istituto Italiano di Micropsicoanalisi, n° 17, 1994). Dunque il padre Laio ferisce e allontana da se, cioè tenta di eliminare, il proprio figlio.

Il pastore di Tebe incaricato dal re Laio di sbarazzarsi di Edipo disubbidì e lo affidò ad un pastore di Corinto. Questi lo portò al re Polibo che, essendo senza prole, lo adottò imponendogli il nome di Edipo

La salvezza di Edipo è dunque dovuta all'incontro casuale con un uomo senza prole, Polibo, re di Corinto. Viene in questo passo rappresentata l'unica soluzione al dramma edipico: allontanarsi dai consanguinei per indirizzare le proprie spinte pulsionali verso l'esterno del sistema familiare.

Un giorno, durante un banchetto, un giovane dileggiò Edipo perché non assomigliava ai genitori, insinuando che fosse un bastardo, e per questo Edipo si recò presso l'Oracolo di Delfi per interrogarlo circa le sue vere origini.

Viene qui raffigurata una situazione abbastanza comune nell'infanzia di ciascuno di noi. Non sarà difficile ricordare come le offese più brucianti che usano scambiarsi i bambini sono quelle relative ai sospetti sulla autenticità della paternità. Di pari grado si fa strada quel vissuto, altrettanto diffuso da potersi definire universale, di essere un trovatello casualmente ospite della famiglia. Questo complesso di fantasie, definito Romanzo familiare dallo stesso Freud, esprime la revisione che il bambino fa dell'identità della parentela. In una delle più diffuse versioni della fantasia il bambino crede di essere stato in realtà generato da un'altra coppia, in genere persone di rango nobile o socialmente elevato, da cui il bambino è stato separato nella prima infanzia ed alla quale un giorno potrà riunirsi. Il romanzo familiare assolve varie funzioni nell'economia psichica del confronto con il mistero delle origini. Per ora ci limiteremo a dire che tale complesso di fantasie permette di mitigare l'intenso senso di colpa nutrito dal desiderio di possesso sessuale dei genitori escludendone la natura incestuosa ("Se sono un trovatello, loro, che io desidero, non sono i miei genitori").

Edipo fu informato dall'Oracolo di essere destinato ad uccidere il proprio padre e a sposare la madre ed i Sacerdoti dell'Oracolo lo allontanarono frementi di disgusto

In questo passo viene letterariamente rappresentata la percezione inconscia delle spinte aggressivo-sessuali dirette verso i propri genitori: nella versione più conosciuta dell'Edipo (Edipo positivo) il bambino di sesso maschile desidera inconsciamente congiungersi carnalmente con la madre. Parimenti la realizzazione di tale desiderio incestuoso lo spinge ad indirizzare le sue spinte aggressivo-distruttive verso il rivale: il padre. Il disgusto espresso dai Sacerdoti è la rappresentazione della ripulsa che tali desideri inconsci incontrano nell'affiorare alla coscienza e dell'attività di giudizio morale svolta da quel compartimento ultra specializzato dell'Io denominato Super-io.

Convinto di essere il figlio di Polibo e della regina Merope, Edipo, nel tentativo di sfuggire al suo destino, decise di allontanarsi da Corinto e di non farvi mai più ritorno e si diresse verso la Beozia. Durante il suo viaggio, però, in corrispondenza di un incrocio, incontrò uno straniero (Il Re Laio, suo padre) che viaggiava su un cocchio. L'auriga di Laio ordinò ad Edipo di cedere il passo, ma egli rifiutò. L'auriga allora gli ferì un piede con una ruota e lo percosse con un bastone. Edipo allora, colmo di furore, lo uccise insieme agli altri, ivi compreso il suo vero padre, con l'esclusione di un servo che riuscì a scappare.

L'apparato psichico non resta inerme di fronte ai conflitti che si originano tra spinte pulsionali, interdetti morali e esigenze reali, ma pone in essere dei tentativi di mediazione o di difesa che tendono ad organizzarsi secondo modalità di ripetizione strutturatesi con il ripetersi degli accadimenti traumatici di generazione in generazione. Edipo cerca di disinnescare il dramma conflittuale attuando un efficace quanto elementare meccanismo di difesa: l'allontanamento dall'oggetto. Ma, così come nel mito tale tentativo di sfuggire al proprio destino si infrange nell'incontro casuale ad un incrocio con il Rivale, così nella vita reale il bambino, per quanti sforzi faccia per allontanare la tentazione edipica, non può concretamente realizzare la fuga e, come Edipo, ritroverà ad ogni angolo della sua esistenza i genitori. Si tenga presente inoltre che anche se fosse possibile realizzare un allontanamento fisico dall'oggetto incestuoso, non è certamente possibile sfuggire al proprio mondo interno e ai propri desideri inconsci. Nel mito l'incontro fatale avviene ad un incrocio; alcuni autori riferiscono che si trattasse di un trivio, simbolo del triangolo sentimentale genitori-figlio, altri di un quadrivio; resta comunque, anche a livello poetico-letterario, la forte rappresentazione di un incontro fortuito di esistenze, un incontro di destini. Comunque sia un incrocio a più strade è una rappresentazione onirica così tipica che lo psicoanalista sa che ogni qualvolta esso si presenti in un sogno può essere certo che l'analizzato si trovi in una fase di riattivazione edipica. Il bambino, così come lo sfortunato Edipo, incontra dunque l'autorità paterna che sbarra la strada al soddisfacimento pulsionale: è la contesa, lo scontro, il dispiegarsi dell'aggressività. Edipo viene di nuovo ferito al piede. In questo modo il Poeta esprime la percezione oscura della beffarda ripetizione del destino che solo dopo migliaia di anni trovò in Sigmund Freud una formulazione scientifica in quella che lo scienziato viennese definì come coazione a ripetere, e cioè la necessità inconscia di rimettersi in una situazione traumatica o dolorosa, anche se assurda e umiliante. In altri termini la coazione (costrizione inconscia) a ripetere situazioni traumatiche senza rendersi conto della propria partecipazione alla ricostruzione della situazione originaria né la relazione tra la situazione presente e la passata esperienza. Senza addentrarci nelle importantissime implicanze che Freud attribuì all'osservazione che la ripetizione di esperienze dolorose è in netto contrasto con il principio di piacere, ci limiteremo ad osservare che lo scopo inconscio di ricostruire esperienze traumatiche passate consiste nell'illusione di poter modificare retroattivamente il corso degli eventi: ci si condanna a recitare ciclicamente lo stesso copione nell'illusione di poter cambiare quella battuta che ci fece così soffrire! Edipo, così come il bambino nel suo immaginario, non si sottomette all'autorità paterna ma si ribella, lotta e uccide il padre e i suoi sostituti: lo stesso eccidio (realizzato per mezzo di rappresentazioni ed affetti ed eventualmente organizzato in schemi immaginari acquisiti [fantasie o fantasmi]) si ripete inesorabilmente nella mente del bambino ogni qualvolta il suo desiderio di possesso della madre si scontri con il rivale. Nel profondo dell'inconscio siamo tutti parricidi.

Ma torniamo al mito: Edipo conserva ancora il suo difensivo stato di incoscienza circa i drammatici avvenimenti che lo riguardano, eliminando dalla sua mente qualsiasi possibilità di collegamento tra le sue azioni e la sorte dei genitori.

Giunge quindi in contatto con la Sfinge ("Strangolatrice"), mostro alato dalla testa di donna ed il corpo di leone che pone agli incauti umani che osano avvicinarsi al suo cospetto un indovinello che implica in fondo una risposta alquanto semplice, ma a cui nessuno fino a quel momento aveva saputo dare risposta.
Quando giunge a Tebe Edipo trova la popolazione della città in preda alla disperazione: il re della città era stato ucciso sulla strada che conduce a Delfi ove si stava recando per consultare l'oracolo in merito alla Sfinge, un pericoloso mostro che divorava chiunque gli passasse accanto e non sapesse rispondere al suo indovinello:"Quale essere cammina al mattino su quattro zampe, su due a mezzogiorno e su tre alla sera ed è tanto più debole quante più zampe ha?"

Nessuno prima di Edipo era stato in grado di risolvere l'arcano: perché tale resistenza ? Evidentemente la percezione della fragilità dell'essere umano, della caducità della vita e la rappresentazione angosciosa di quella parabola discendente che è l'esistenza umana produce in ogni essere umano una reazione di diniego che acceca la mente ed impedisce la presa di coscienza della cruda realtà: la vita è un'esperienza senza fini che si compie con trasformazioni dolorose e si conclude inevitabilmente con la morte.

Poiché Laio era morto e la sfinge affliggeva la già provata popolazione, il reggente Creonte offrì il trono, assieme alla mano della sorella Giocasta, vedova del re Laio, a chiunque avesse risposto all'enigma e liberato la città dalla sfinge. Edipo rispose all'indovinello: "E' l'uomo che cammina a quattro zampe da bambino e poi si appoggia ad un bastone alla vecchiaia".Tebe fu liberata dalla Sfinge e dalla pestilenza ma il vaticinio dell'oracolo si era realizzato: Edipo aveva ucciso il proprio padre e si apprestava a giacere con la madre.

Uno degli aspetti meno messi in luce dai vari studiosi che si sono occupati della storia di Edipo è il ruolo di Giocasta. Se potessimo raffigurare visivamente il percorso (anche fisico) di Edipo nel corso della parentesi temporale descritta dal mito (ed oggi sarebbe possibile farlo senza difficoltà con un semplice computer multimediale) troveremo un punto di attrazione in cui le varie traiettorie tendono a confluire, Tebe e al suo centro Giocasta. La Regina è un punto passivo di attrazione, in fondo lei non agisce, attende che gli eventi si compiano, che il dinamismo dell'azione torni alla sua origine, la vagina-utero-antro che generò Edipo e alla quale il giovane agogna nel suo inconsapevole errare: la porta verso l'Origine e la Fine, l'ingresso al senza nome, al senza forma, al Vuoto, motore propulsivo di tutto ciò che esiste. Ascoltiamo, al riguardo, il commento di una giovane donna in micropsicoanalisi che si confronta con il Mito: "Edipo nonostante la sua forza alla fine farà, senza saperlo, quello che non voleva fare: Qualcosa, una enorme forza lo spingeva verso la madre che lo aspettava, passiva all'inizio e passiva alla fine".

Dopo le complesse vicende che portano Edipo al riconoscimento della tremenda verità Giocasta si impiccò ed Edipo si accecò.

Se in questo passo l'espiazione mediante il suicidio o l'automutilazione è espresso direttamente, spesso, nella vita reale, i desideri incestuosi, determinano delle condotte di espiazione autopunitiva più mascherate: l'elaborazione, a seconda del terreno dell'analizzato, può prendere una strada psichica (disturbi di impotenza sessuale, idee ossessive, manifestazioni isteriche, etc.) o una strada somatica con la costruzione di malattie di vario aspetto e gravità. Ecco la presa d'atto del fenomeno da parte di una giovane donna in micropsicoanalisi da anni ammalata gravemente a carico di vari distretti dell'apparato osteo-articolare: "Questa malattia mi impedisce di diventare grande, di essere contenta di essere donna. In tutto questo c'entra la Nemica: mia madre. Lei mi ha schiacciato e poi ha continuato a farlo per impedirmi di diventare grande. E' un dolore che serve a che io non vada a letto con nessuno, che impedisce che io abbia dei bambini, e soffro ogni qualvolta io mi ricordo di essere una donna".

Le vicende della Storia di Edipo su cui Freud concentrò la sua attenzione non esauriscono però il mito. Il Maestro viennese presentò la prima, sistematica, enunciazione del mito ne "L'interpretazione dei sogni" del 1899 (5/ Il materiale e le fonti del sogno - D/ Sogni tipici) ed essa si rifà alla versione comunemente conosciuta. Versione che si fonda sulla capitale omissione di un prologo di primaria importanza. Vediamolo:

Tebe fu fondata da Cadmo, figlio di Agenore, re di Fenicia in relazione alle seguenti vicende. Cadmo era il fratello di Europa, una bellissima fanciulla di cui Zeus si innamorò. Il "Padre degli dei e degli uomini " (Da Omero) la vide giocare in riva al mare con le sue ancelle, assunse la forma di un toro bianco e si sdraiò lasciandosi carezzare. Europa, per nulla intimorita, montò a cavallo del toro che entrò immediatamente in acqua prendendo velocemente il largo: Giove aveva rapito Europa e, dopo essersi rivelato, giacque con lei sotto un platano. Il padre di Europa, Agenore, mandò alla sua ricerca i figli Cadmo, Fenice e Cilice. Cadmo, dopo estenuanti ricerche, consultò l'oracolo di Delfi per chiedere consiglio e l'oracolo gli intimò di dimenticare Europa, di abbandonare ogni ricerca e di trovare una giovenca segnata nel manto da una mezza luna. Vaticinò che avrebbe fondato una città nel primo luogo ove la giovenca si fosse fermata a riposare. Il presagio si avverò e la Beozia fu la regione ove Cadmo si apprestava a tracciare con l'aratro la cinta della novella città. Cadmo, con l'intento di sacrificare la giovenca ad Atena, inviò alcuni dei suoi uomini ad attingere acqua ad una fonte vicina. Ma un drago, custode della fonte, figlio di Ares, uccise gli uomini e cominciò a divorarli. Quando Cadmo seppe della sorte dei suoi uomini, aggredì il drago e lo uccise. Atena si manifestò e gli disse "Strappa i denti del drago e seminali nel solco che il tuo aratro traccerà in questa terra intatta. Cadmo obbedì e, con sommo stupore, vide brulicare dai solchi di terra un popolo di guerrieri che iniziarono a combattere e a massacrarsi uno con l'altro finché ne sopravvissero soltanto cinque. Cadmo li placò e li prese come compagni nella fondazione di Tebe.
Infine Cadmo e tutti i suoi discendenti, tra cui Laio, padre di Edipo, subirono una catena di eventi luttuosi a ragione della tremenda gelosia di Giunone, moglie di Zeus, in relazione al ratto di Europa.

mercoledì 10 ottobre 2007

Guido Petter

Biografia
Dal 1958 è professore ordinario di psicologia dello sviluppo presso la facoltà di psicologia dell'Università di Padova, attualmente insegna "Psicologia dell'adolescenza".
Partigiano, ha scritto diversi volumi di memorie sui suoi trascorsi nella Resistenza.
Ha compiuto studi e ricerche nelle aree della percezione, del linguaggio, dello sviluppo cognitivo, della psicologia educativa.
Ha curato la traduzione e diffusione del pensiero di Jean Piaget in Italia, ed ha compiuto numerose ricerche su temi dello sviluppo cognitivo, della psicologia dell'adolescenza, della genitorialità e della psicologia dell'educazione.
In particolare, lui ed i suoi allievi hanno articolato i primi progetti di ricerca italiani sull'epistemologia genetica e sullo sviluppo concettuale nell'infanzia; progetti da cui sono derivate, negli ultimi decenni, molte delle più rilevanti linee di ricerca della psicologia dello sviluppo nel nostro paese.
Maestro di molte generazioni di psicologi italiani, ha contribuito significativamente alla diffusione di una cultura psicologica nelle scuole e tra gli insegnanti, pubblicando numerosi volumi scientifici e divulgativi di psicologia e psicopedagogia.
Nel dicembre 2005 è stato insignito della Medaglia d'Oro del Presidente della Repubblica per i Benemeriti della Cultura e della Scienza.

Pubblicazioni
Io, noi e gli altri. Per il 2° ciclo, Fabbri editore
Lo sviluppo mentale nelle ricerche di Jean Piaget, Giunti editore
Le torri del tesoro, Mursia scuola
Ragazzi di una banda senza nome. Per la Scuola media, Giunti editore 1981
Le rondini di nonno Perché, Giunti editore, 1984
Psicologia e scuola primaria, Giunti editore, 1987
Suggerimenti a Come un'avventura [vol 1], Giunti-Marzocco, 1988
Suggerimenti a Come un'avventura [vol 2], Giunti-Marzocco, 1988
Dall'infanzia alla preadolescenza, Giunti editore, 1989
Problemi psicologici della preadolescenza e dell'adolescenza, La nuova Italia, 1990
Le torri del tesoro, Gruppo editoriale Mursia, 1991
Sempione '45, Loescher, 1991
Nel prato di nonno Perché, Giunti editore, 1991
La preparazione psicologica degli insegnanti, La nuova Italia, 1992
Il mestiere di genitore, Rizzoli editore, 1992
Fantasia e razionalità nell'età evolutiva, La nuova Italia, 1993
I giorni dell'ombra, Garzanti libri, 1993
Ci chiamavano banditi, Giunti editore, 1995
La tesi di laurea in psicologia. Dalla progettazione alla discussione, Giunti editore, 1995
Il bambino impara a pensare. Introduzione alla ricerca sullo sviluppo cognitivo, Giunti editore, 1996
La valigetta delle sorprese. Saggio sulla motivazione ad apprendere, La nuova Italia, 1997
Psicologia e scuola dell'infanzia. Il bambino fra i tre e i sei anni e il suo ambiente educativo, Giunti editore, 1997
Una banda senza nome, Giunti editore, 1997
Lavorare insieme nella scuola. Aspetti psicologici della collaborazione fra insegnanti, La nuova Italia, 1998
Nel rifugio segreto, Giunti editore, 1998
Nonno Perché e i segreti della natura, Giunti editore, 1999
Psicologia e scuola di base. Aspetti psicologici dell'insegnamento primario, Giunti editore, 1999
Psicologia e scuola dell'adolescente, Giunti editore, 1999
Nonno Perché e i segreti della natura. Per la Scuola elementare, Giunti editore, 2000
Una magica estate, Gruppo editoriale Mursia, 2000
La barca dei desideri, Gruppo editoriale Mursia, 2002
La mente efficiente, Giunti editore, 2002
L' adolescente impara a ragionare e a decidere. Introduzione allo studio del pensiero formale e delle condizioni in cui si formano le decisioni, Giunti editore, 2002
Ragionare e narrare. Psicologia e insegnamento della storia, La nuova Italia, 2002
Lo psicologo nella scuola. Ciò che fa, ciò che potrebbe fare, Giunti editore, 2004
L' inverno della grande neve. Un giovane nell'Europa del dopoguerra, Gruppo editoriale Mursia, 2004
Adolescenti particolari. Analisi psicologica del diario di un adolescente impegnato, Centro studi Erickson, 2005
Io e gli altri. Identità, relazioni, valori, Centro studi Erickson, 2007

Un sorriso arricchisce chi lo riceve e chi lo dona

I sorrisi sono degli spruzzi di ottimismo contagiosi. Sarebbe bello se la mattina ognuno potesse regalare un sorriso. Magari uscendo dal portone si potrebbe fare lo sforzo di sorridere dicendo buongiorno, che incubo sarebbe se questo ottimismo si diffondesse, vero?!?!

sabato 6 ottobre 2007

Servizio civile nazionale

I ragazzi che svolgono il SCN sono impegnati per circa 6 ore al giorno con un monte ore annuo di 1400 ore. Spesso sostituiscono il personale (in tutto o quasi) nelle strutture dove prestano servizio... Si può definire questo una forma di sfruttamento, visto che vengono retribuiti 433,00 al mese?

venerdì 5 ottobre 2007

C'è differenza tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Programma formativo psicoanalitico della Società Psicoanalitica Italiana (SPI)


L'Istituto Nazionale del Training (INT) , è l'organismo della SPI deputato alla selezione di coloro che aspirano a diventare psicoanalisti. L'INT segue inoltre i candidati selezionati nel loro percorso formativo, fino al loro ingresso come soci (membri associati) nella SPI. Esso ha il compito di dettare e aggiornare i programmi teorici e pratici della formazione; presiede inoltre alle successive tappe e passaggi formativi dei soci come la nomina a membri ordinari e l'attribuzione delle funzioni di training e di insegnamento.
La formazione degli psicoanalisti SPI si svolge nella SPI secondo i criteri adottati dalla International Psychoanalytical Association (IPA), fondata da S. Freud, alla quale la SPI appartiene dal 1936. L'IPA raggruppa le Società Psicoanalitiche di tutti i paesi europei, nord e sud americani, dell'Australia e di alcuni paesi dell'estremo e del medio oriente. Questi criteri formativi, rimasti praticamente immutati dal momento in cui furono formulati e adottati già verso la metà degli anni venti, si basano su tre elementi portanti: il trattamento psicoanalitico al quale il candidato deve sottoporsi; le lezioni e i seminari teorici; il lavoro di supervisione, da parte di analisti esperti, delle prime esperienze cliniche con pazienti.
Per essere ammesso alla formazione (training) l'aspirante candidato analista deve superare due prove di selezione, ciascuna costituita da tre colloqui con analisti formatori (Analisti con funzioni di Training o AFT).
Il superamento della prima selezione (Colloqui di Prime Selezioni) coincide con il riconoscimento e la registrazione, da parte dell'INT, del progetto di formazione analitica dell'aspirante candidato, che è quindi invitato o a proseguire il trattamento analitico già in atto con un AFT o ad iniziarne uno entro il periodo massimo di tre anni. In caso di risultato negativo i colloqui possono essere ripetuti una sola volta, a distanza minima di un anno dalla presentazione della prima domanda.
L'accesso vero e proprio alla formazione analitica (frequentazione dei seminari teorico-clinici per la durata di quattro anni e concomitante lavoro analitico su due casi controllati settimanalmente da un supervisore, per la durata minima di due anni ciascuno) e l'attribuzione della qualifica di candidato dell'INT sono subordinati al superamento della seconda selezione (colloqui di Seconde Selezioni) che può essere affrontata dopo un periodo consistente, di analisi personale. In caso di risultato negativo i colloqui possono essere ripetuti ancora due volte, sempre dopo un minimo di un anno dalla presentazione dell'ultima domanda.
L'esperienza analitica personale deve svolgersi con una frequenza minima di quattro sedute alla settimana e la sua durata, ovviamente variabile per ciascuno e non regolamentabile, è comunque di diversi anni (difficilmente meno di cinque). Essa è considerata lo strumento fondamentale della formazione analitica, che permette al candidato un'esperienza terapeutica-trasformativa personale attraverso l'osservazione diretta sulla propria persona dei fenomeni e processi inconsci che regolano la vita cognitiva, affettiva e relazionale: la propria e quella di ogni altro individuo (quindi anche dei pazienti che tratterà nella sua pratica professionale futura). Il carattere privato dell'analisi, anche all'interno del training istituzionale, è assicurato dall'assoluta riservatezza dell'AFT, che non partecipa in alcun modo alle vicende selettive che riguardano il candidato.

Le lezioni e i seminari di formazione sono strutturati in un corso quadriennale. Hanno cadenza settimanale, da ottobre a giugno, per la durata di circa 160 ore di insegnamento e si svolgono presso ciascuna delle quattro Sezioni Locali in cui è organizzativamente suddiviso l'INT: due Sezioni a Roma, una a Bologna-Padova e una a Milano. Essi comprendono lo studio dello sviluppo del pensiero analitico, da Freud ai nostri giorni; le letture di testi degli autori più significativi; seminari sia teorici che clinici che permettano di analizzare ed elaborare i principali problemi di tecnica psicoanalitica, rapportati alle varie modalità di espressività psicopatologica.
Sono previste valutazioni del progresso formativo del candidato alla fine di ogni anno di corso. L'ammissione all'anno successivo è subordinato all'esito positivo di queste valutazioni.
Parallelamente all'insegnamento teorico clinico, il candidato può iniziare a trattare psicoanaliticamente i primi due pazienti, con l'assistenza della supervisione individuale del proprio lavoro clinico da parte di un Analista di Training per ogni caso trattato. Le sedute di supervisione sono settimanali e devono avere la durata di almeno due anni ciascuna.
Il candidato è inoltre invitato a sviluppare la propria preparazione psicoanalitica partecipando alla vita scientifica della SPI. Questa si esplica soprattutto attraverso l'attività di 10 Centri situati a: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Genova, Firenze, Roma (due centri), Napoli e Palermo. E' anche possibile partecipare a congressi della SPI, nazionali e internazionali, nonché a Congressi stranieri, organizzati da Società componenti dell'IPA. Altri strumenti di formazione e aggiornamento sono le Riviste della SPI e dell'IPA.
Il candidato è inoltre tenuto ad: iniziare un tirocinio di psichiatria dell'età adulta della durata minima di 160 ore annue da effettuare in strutture pubbliche o private convenzionate con l'Istituto Nazionale del Training. Sono esentati soltanto i Candidati che sono già in possesso di un diploma di psicoterapia.
Al termine dell'iter formativo, che ha una durata media di 6-8 anni il candidato può chiedere di essere ammesso alla valutazione conclusiva per ottenere la qualifica di psicoanalista e di Membro Associato della SPI. Questa valutazione è basata sulla presentazione e discussione di una relazione scritta sui due casi clinici controllati in supervisione.
Il programma di training della SPI è stato riconosciuto dal Ministero competente.
Norme pratiche per l'iscrizione al Training della SPI
Prime Selezioni : possono accedere ai colloqui per la prima selezione gli aspiranti candidati in possesso della laurea in medicina e psicologia e iscritti ai rispettivi ordini professionali. Sono ammessi anche laureati in altre discipline purché iscritti all'ordine degli psicologi.
I colloqui per le Prime Selezioni hanno luogo tre volte all'anno con scadenze per l'iscrizione al giorno 10 dei mesi di gennaio, maggio e settembre.
Quanto costa il Training della SPI
L'iscrizione ai colloqui per le Prime e Seconde Selezioni costa attualmente 186,00 euro I.V.A. inclusa.

La quota annuale annuale richiesta ai candidati dalla SPI, indipendentemente dalla loro anzianità di formazione, e comprensiva dei corsi di insegnamento teorico clinico e della partecipazione alle attività scientifiche organizzate nei Centri, ma non inclusive delle spese del trattamento psicoanalitico e delle supervisioni, è attualmente di 2090,00 euro I.V.A. inclusa.
Norme di ammissione alle Prime Selezioni:
L'ammissione ai colloqui di Prime Selezioni, per un eventuale successivo accesso alla formazione psicoanalitica presso l'Istituto Nazionale di Training (INT) della Società Psicoanalitica Italiana (SPI), Scuola di formazione per l'abilitazione all'esercizio della psicoanalisi, è regolamentata dall'art. 2 del Regolamento della SPI. Gli aspiranti candidati dovranno pertanto produrre la seguente documentazione:
domanda al Presidente della SPI (3 copie) (Dr. Fernando Riolo)
curriculum vitae et studiorum (8 copie in cartaceo + dischetto formato Word per Windows alla Segreteria dell'Istituto Nazionale del Training - Via Panama 48; o all'indirizzo di posta elettronica: spiroma@fastwebnet.it )
certificato di laurea in Medicina o in Psicologia (3 fotocopie)
certificato di iscrizione ai rispettivi ordini professionali (3 fotocopie)
Tutta la documentazione deve essere inviata all'indirizzo del Segretario Nazionale del Training, Dr. Francesco Conrotto, Società Psicoanalitica Italiana, Via Panama 48, 00198 Roma.
Per "curriculum vitae et studiorum" si intende un'autopresentazione personale che indichi non soltanto il percorso accademico e professionale dell'aspirante al Training ma anche gli elementi più significativi della sua vita personale e familiare. In esso dovranno venire anche indicati precedenti colloqui (collocutori e date) e i nomi di tutti gli Analisti con Funzioni di Training conosciuti personalmente e quindi incompatibili come collocutori.
Saranno prese in considerazione le domande di aspiranti con laurea diversa da Medicina e Psicologia, ma con iscrizione all'Ordine degli Psicologi.
Le Commissioni valutative si riuniranno 3 volte all'anno: in febbraio, maggio-giugno e ottobre, e prenderanno in esame le domande pervenute entro, rispettivamente: il 10 settembre, il 10 gennaio il 10 maggio
Fa fede il timbro della data di spedizione postale.
L'aspirante se riceve parere positivo dalla Commissione esaminatrice deve farsi carico di avvertire entro i termini stabiliti dal Regolamento l'inizio della sua analisi personale didattica inviando il certificato del proprio analista all'Istituto Nazionale del Training. Scaduto il termine di tre anni, come stabilito dal Regolamento, l'aspirante dovrà ripetere i colloqui di Prima Selezione.
Nel caso di valutazione negativa dei colloqui la domanda potrà essere riproposta non prima di un anno dalla data di presentazione dell'ultima domanda.
P.S. Si prega di indicare un recapito telefonico per eventuali comunicazioni urgenti da parte della Segreteria dell'INT.

Norme di ammissione alle Seconde Selezioni:
L'ammissione ai colloqui di Seconde Selezioni per ottenere l'accesso alla formazione presso una delle Sezioni Locali dell'Istituto Nazionale di Training della SPI è regolamentata dall'art. 2 del Regolamento della SPI. Gli aspiranti candidati dovranno pertanto produrre la seguente documentazione:
3 copie della domanda al Presidente della SPI (Dr. Fernando Riolo)
curriculum vitae et studiorum (8 copie in cartaceo + dischetto formato Word per Windows alla Segreteria dell'Istituto Nazionale del Training - Via Panama 48 - 00198 Roma; o all'indirizzo di posta elettronica: spiroma@fastwebnet.it )
certificazione del proprio analista dalla quale risultino la data di inizio, la frequenza delle sedute, l'essere l'analisi in corso nel momento della certificazione (3 copie)
Nella domanda al Presidente, l'aspirante candidato dovrà precisare presso quale Sezione Locale dell'Istituto intende svolgere la propria formazione (Prima Sezione Romana, Seconda Sezione Romana, Sezione Milanese, Sezione Veneto-Emiliana).
Tutta la documentazione deve essere inviata all'indirizzo del Segretario Nazionale del Training, Dr. Francesco Conrotto, Società Psicoanalitica Italiana, Via Panama 48, 00198 Roma.
Per "curriculum vitae et studiorum" si intende un'autopresentazione personale che indichi non soltanto il percorso accademico e lavorativo dell'aspirante al Training ma anche gli elementi più significativi della sua vita personale e familiare. In esso dovranno venire anche indicati precedenti colloqui (collocutori e date) e i nomi di tutti gli Analisti con Funzioni di Training conosciuti personalmente e quindi incompatibili come collocutori.
Le domande e la documentazione devono essere presentate entro il 10 gennaio di ogni anno, fa fede il timbro della data di spedizione postale.
Nel caso in cui l'Aspirante candidato riceve parere positivo dalla Commissione Esaminatrice deve farsi carico di comunicare tempestivamente all'Istituto Nazionale del Training, oltre che alla sezione locale di appartenenza, la data di inizio della prima e poi della seconda supervisione, altrimenti il periodo di esperienza di analisi di supervisione non potrà essere ratificato. Nel caso di valutazione negativa l'aspirante potrà riproporre la sua domanda non prima di un anno dalla data in cui è stata presentata l'ultima domanda.
L'Istituto Nazionale del Training della SPI è Scuola di Formazione riconosciuta dal MIUR per l'abilitazione all'esercizio della psicoanalisi.
P.S. si prega di indicare un recapito telefonico per eventuali comunicazioni urgenti da parte della Segreteria dell'INT.
Indirizzi di riferimento: Segreteria dell'Istituto Nazionale del Training della S.P.I. di Roma e le Segreterie delle 4 Sezioni Locali del Training di Roma, Milano e Bologna .
Dr. Francesco Conrotto
Segretario Nazionale del Training
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mercoledì 3 ottobre 2007

Le figure professionali coinvolte nella pet-therapy: il gruppo di lavoro



Nella pet-therapy, l'attività svolta dal "terapeuta animale" nei confronti del "paziente uomo" è molto complessa e, soprattutto, per il suo funzionamento richiede contributi provenienti da diverse discipline.

Per questo motivo, ogni esperienza di pet-therapy è il risultato di un lavoro sviluppato da un team interdisciplinare composto da numerose figure professionali che interagiscono sul campo ciascuna con il proprio specifico ruolo ma in modo complementare. I membri del gruppo di lavoro partecipano direttamente sia alla progettazione e alla valutazione dei programmi sia allo svolgimento della attività e delle terapie in qualità di operatori.

  • Medico
  • psicologo
  • Terapista della riabilitazione
  • Assistente sociale
  • Infermiere
  • Insegnante
  • Pedagogista
  • Veterinario
  • Etologo
  • Addestratore
  • Conduttore pet partners
  • ….
Poiché la terapia si effettua su persone affette da varie patologie relative a aspetti fisici e/o mentali, è fondamentale innanzitutto la presenza del medico e/o dello psicologo.
È loro compito, avvalendosi naturalmente della consulenza degli altri professionisti, valutare e indicare le modalità secondo cui impiegare gli animali. Qualora i pazienti presentino handicap fisici, è necessario anche il supporto del terapista della riabilitazione.

Fondamentale è il ruolo del veterinario.
Nel caso della pet therapy, al veterinario che collabora con il gruppo di lavoro, è richiesta una specifica formazione nel settore. Deve, innanzitutto, selezionare l'animale più adatto al tipo di terapia da attuare, poi sorvegliarne in modo costante ed accurato lo stato di salute non solo fisico ma anche psicologico.
Gli animali sono sottoposti a controlli periodici ponendo particolare attenzione a segni clinici relativi a zoonosi (specie parassitosi e micosi) che, essendo trasmissibili all'uomo, potrebbero compromettere la pet therapy. Infine, il veterinario deve verificare nel corso del tempo come il co-terapeuta sopporti il lavoro intrapreso.
In ogni caso, gli animali che manifestino sintomi di malattia o segni di malessere vengono esclusi dal programma di pet therapy avviato.

Il veterinario è affiancato da un etologo ( o biologo o comunque un professionista con adeguate conoscenze in materia di comportamento animale).
In primo luogo, contribuisce alla scelta dell'animale in base ad una analisi accurata delle caratteristiche attitudinali e comportamentali. Successivamente, si occupa di istruire i pazienti (laddove sia possibile), i loro familiari e gli altri operatori, in merito al comportamento degli animali utilizzati, al tipo di intervento che sono in grado di effettuare e, soprattutto, a quale mole di lavoro possono sostenere. L'etologo, inoltre, fornisce criteri per valutare e salvaguardare il benessere dell'animale "lavoratore".

Nella pet-therapy, è cruciale il peso dell'addestramento del co-terapeuta affidato ad addestratori ed istruttori con specifica preparazione .
Infatti, poiché la pet-therapy è finalizzato alla cura e al raggiungimento di risultati precisi, è importante in via preliminare addestrare adeguatamente l'animale ad interagire con il paziente e poi curare il rapporto che si viene a creare nella coppia co-terapeuta e paziente.
In particolare la fase dell'addestramento è importante qualora l'animale assista pazienti con particolari handicap fisici.

(fonti: Centro di collaborazione OMS/FAO per la sanità Pubblica Veterinari; Laboratorio di fisiopatologia di organo e di sistema dell'Istituto Superiore di Sanit; Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e Molise; Ministero della salute- Direzione generale della sanità pubblica veterinaria , degli alimenti e della nutrizione - Ufficio X)

(francesca furiozzi Redazione Ministerosalute.it gennaio/2003)



dal sito del Ministero della Salute

martedì 2 ottobre 2007

A.V.O. una bella realtà


L' Associazione
AVO, Associazione Volontari Ospedalieri, rappresenta una delle più importanti e riconosciute realtà nel settore del volontariato socio-sanitario: può fare parte di questa associazione chiunque abbia il desiderio di mettere al servizio degli ammalati degenti negli ospedali parte del proprio tempo. Nata nel 1975, AVO si è ben presto estesa a tutto il territorio metropolitano, essendo presente in tutte le più importanti strutture ospedaliere, grazie all’impegno e alla dedizione di oltre 1.000 volontari. L’associazione è inoltre presente su tutto il territorio nazionale, con 210 sedi riunite nella Federavo: in totale si contano circa 27.000 volontari.

Equitazione naturale - equitazione per amore

Studiando i comportamenti naturali dei cavalli e analizzando gli atteggiamenti che assumono nell’ambito del gruppo, si è creata una scuola che insegna a dialogare per ottenere una migliore relazione con loro. L’equitazione naturale infatti, vuol far sì che ogni cavaliere arrivi a pensare come un cavallo prima di pensare come un uomo: “ non pensate di dover addestrare solo il vostro cavallo, la cosa che probabilmente dovrete fare è addestrare voi stessi ad avere più principi per poi essere più efficienti “. Ognuno di noi, avvicinandosi al cavallo con comprensione, secondo la psicologia dell’animale, riuscirà a risolvere qualsiasi problema, ma, soprattutto, a diventare il leader, il capobranco che sarà seguito e rispettato ovunque.
Il sistema di insegnamento si basa sul concetto, sempre esistito, di Equitazione Naturale. L’Equitazione naturale è tanto vecchia da essere diventata nuova. Le prime documentazioni risalgono al 400 a.C. con lo storico greco Senofonte, fino all’ 800, con lo statunitense John Solomon Rarey che furono tra i primi a parlare di “ comunicazione “ , di imparare a comunicare con il cavallo studiandone la psicologia. La dinamica dell’Equitazione Naturale si può ottenere naturalmente attraverso la comunicazione, la comprensione e la psicologia.
Attenzione però di non cadere nella cosiddetta “normalità” ci impedisce di essere ricettivi a nuovi concetti e tecniche.
Qualsiasi risultato sarà ottenuto senza alcuna violenza o intimidazione, ma esclusivamente giocando. Avete mai osservato qualcuno che è naturale con i cavalli ? Quando queste persone lavorano, non stanno veramente lavorando, in realtà essi giocano con i cavalli, e ci lasciano intendere come davvero le cose possono accadere in modo naturale.